Chirurgia della mano

Dott. Fabio Brunato

Specialista In Chirurgia d’Urgenza e Pronto Soccorso ha lavorato in Pronto Soccorso degli Ospedali di Mirano, Este, Camposampiero. Ha conseguito un master in Tossicologia Clinica: TBST al Centro Antiveleni dell’Ospedale Niguarda dell’Università di Milano e un master a New York in Emergency Medicine con certificazioni ATLS, ACLS e PALS.
Fin dai primi anni di lavoro si è dedicato alla Chirurgia della Mano, la passione per questa specialità è nata negli anni 80′ in Pronto Soccorso a Camposampiero, quando, con altri due colleghi, ha fondato un vero e proprio servizio dove venivano espletate tutte le urgenze della mano e, successivamente, anche gli interventi in elezione, quando l’unità è diventata autonoma.
Per questo ha fatto numerosi training nei più importanti reparti di Chirurgia della Mano in Italia: Verona, Savona, Ancona, Padova e Torino dove ha conseguito un master in Microchirurgia. Fino al 2016 ha eseguito circa 800 interventi all’anno di Chirurgia della Mano, e dal 2017 circa 250 interventi in convenzione e libera professione

Le patologie a cui si è maggiormente dedicato sono il trattamento del tunnel carpale, del dito a scatto, del tunnel ulnare al polso e gomito, della rizoartrosi trapezio-metacarpale, del morbo di Dupuytren, delle lesioni tendinee e nervose

Ha sempre avuto come obiettivo primario la ricerca di una terapia conservativa prima di sottoporre i pazienti ad un eventuale intervento chirurgico che viene riservato a coloro che non rispondono alla terapia medica o che giungono all’osservazione in fasi troppo avanzate. Da alcuni anni usa una tecnica non chirurgica per il trattamento del dito a scatto che ha ridotto del 90% l’intervento nei pazienti negli stadi iniziali.
Attualmente si sta dedicando al trattamento infiltrativo non chirurgico della rizoartrosi trapezio-metacarpale sia con l’acido ialuronico, sia e soprattutto con i Medical Device a base di collagene. Questi ultimi rispristinano la tensione della capsula articolare alterata, riducono rapidamente il dolore e inducono la riscrescita della cartilagine articolare. Grazie a questa azione che viene considerata “medicina rigenerativa” su 57 pazienti in cura negli ultimi due anni, uno solo è stato sottoposto ad intervento chirurgico.